L'EMDR in un trauma complesso di PN-PTSD e abuso EMDR in a complex PN-PTSD trauma and abuse

Propongo il caso di S. perché il PN-PTSD è poco diagnosticato e perché, attraverso una variante tecnica al floatback, il floatback-floatforward sulla timeline, sono riuscita ad aggirare la dissociazione post traumatica, a identificare i vari alter dissociati e a integrarli nella persona con l’uso del protocollo standard dell’EMDR. A sedici anni S. fu portata in studio dai genitori che l’avevano sorpresa a inalare i fumi dell’eroina; oggi ha diciotto anni e non si droga più da quel giorno. Guardandole le braccia piene di cicatrici mi resi conto che S. ricorreva alla pratica dell’autolesionismo, ma i genitori non se ne accorgevano. Qual era il segreto custodito gelosamente dalla famiglia? La storia di S. si articola intorno a due traumi: il PN-PTSD e l’abuso. Dal trauma perinatale e dalla percezione in utero degli stati emotivi depressivi della madre sono scaturiti disturbi nell’attaccamento e, per la mancanza di mirroring e di sintonizzazione affettiva, sono falliti i processi d’internalizzazione che portano all’identità. S. era consapevole del trauma dell’abbandono ma non dell’abuso, che definiva come un “pozzo nero impenetrabile”. Per affrontare il trauma che minacciava la sopravvivenza, S. faceva ricorso in maniera invasiva a un meccanismo di coping: la dissociazione dell’oggetto e del Sé. Mettere in un alter l’abuso consentiva a S. di mantenere l’attaccamento ai membri della propria famiglia che avevano abusato di lei o attivamente, o passivamente con la complicità del silenzio. Usando la scala Des non ho riscontrato risultati significativi sulla dissociazione, invece con la SCID-LIST ho rilevato valori alti. L’autolesionismo può rappresentare l’odio per il corpo che ha subito l’abuso senza ribellarsi, o, come dice S., “un modo per punirsi della colpa di esistere o di infliggersi una sofferenza fisica per coprire l’angoscia di morte”. L’EMDR ha rappresentato la sfida.

Propose the case of S. because the PN-PTSD is poorly diagnosed and because, through a variant technique to floatback the floatback-floatforward on the timeline, I managed to circumvent the Post traumatic dissociation, to identify the various alter-differentiated and integrate them in person using the standard EMDR protocol. At sixteen, S. was brought to the study by parents who had found to inhale the fumes of heroin; Today is eighteen years and not more drugs that day. Looking at the arms full of scars I realized that St. resorted to the practice of self, but the parents did not noticed. What was the secret guarded jealously by the family? The story of St. focuses on two traumas: the PN-PTSD and abuse. Since perinatal trauma and perception of emotional states of depression in the uterus of the mother are resulting in attachment disorders and the lack of mirroring and affective attunement, failed processes of internalization that lead to identity. S. was aware of the trauma of abandonment but not the abuse, which defined as a "well impenetrable black. To deal with the trauma that threatened the survival, S. was used in an invasive manner coping mechanism: the dissociation of object and self. Putting an alter abuse allowed S. to maintain the attachment to family members who had abused her or actively, or passively with the complicity of silence. Using the scale Des I have not found significant results on the dissociation, but with the SCID-LIST I observed high values. The SIB may represent the hatred of the body that has suffered abuse without rebelling, or, as Saint, "a way to punish a fault to exist or to inflict physical pain cover the anguish of death." EMDR has been the challenge.

Conference

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Carmela Gambuzza

Gambuzza, C. (2008, November). [EMDR in a complex PN-PTSD trauma and abuse]. Poster presented at Italian EMDR Association, Milan, Italy. Italian